L'estate è arrivata e con essa le ustioni da troppo sole.
L'iperico è una delle "piante dimenticate" ma, una volta era considerato a ragione, un toccasana.
Nei libri di erboristeria se ne cantano le lodi e le diverse proprietà ma, per la nostra esperienza diretta il campo medico dove risulta quasi imbattibile sono le scottature e le abrasioni dove esprime al massimo le sue capacità rigeneranti per la pelle.
L'estate scorsa in campeggio, alcune amiche con scarsa melanina e conseguenti intense scottature solari ne hanno apprezzato incredule l'efficacia quasi "miracolosa".
Come tutti i rimedi "seri" contro le scottature da mare va usato dopo la doccia serale evitando di usarlo durante l'esposizione al sole perchè non è un agente protettivo ma, curativo e usato come crema solare potrebbe provocare eritema, come la classica crema antiscottature "Foille".
Cresce un po' dappertutto da giugno fino ad agosto. Riconoscerlo è facile e ve ne presentiamo due piante trovate ai bordi di una strada, viste da lontano e poi sempre da più vicino
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Dato che di piante con fiori gialli d'estate son pieni i campi vi suggeriamo un metodo pratico per riconoscerlo senza dubbi. Se stropicciate tra le dita un capolino fiorito di Iperico le macchierà di un rosso violaceo, se non lo fa non è Iperico
Ovviamente sarebbe il caso di raccogliere le piante lontano dalle strade, ad evitare possibili inquinamenti da gas di scarico.
Vanno usate le sommità fiorite, 300 grammi di fiori da usare freschi.
Andrebbero "contusi" dentro ad un pestello ma, abbiamo sperimentato che con una bella frullata dentro ad un qualsiasi robot da cucina si ottiene lo stesso effetto con molta meno fatica.
Per l'operazione si aggiunge ai fiori da frullare grossolanamente olio extra vergine di oliva quanto basta ad ottenere una pappetta abbastanza liquida che andrà posta dentro un recipiente di vetro chiuso al sole per un paio di settimane, scuotendo ogni tanto il recipiente.
Dopo le due settimane si strizza l'olio dai residui vegetali e si pone a decantare in una boccetta travasandolo in un nuovo recipente appena le particelle in sospensione saranno precipitate sul fondo. Si ottiene un olio rosso che si chiama "oleolita di Iperico" ed è quello che va usato spalmandolo sulla pelle arrossata dalle scottature o sulle abrasioni superficiali dei bambini.
Sarebbe il caso di prepararlo nuovo ogni anno, non tanto perchè con il tempo perde le sue capacità medicinali ma, perchè con il tempo l'olio d'oliva irrancidisce e non è piacevole spalmarsi addosso un oleolita che odora di rancido.
La ciliegina sulla torta sarebbe aggiungere all'oleolita un po' di olio essenziale di lavanda che possiede capacità antifungine e disinfettanti, oltre che un buonissimo odore. L'essenza di lavanda in boccette da 5 millilitri a Roma si trova a prezzi "umani" (intorno ai 2 euro a boccetta) nei negozi etnici indiani.
I libri di erboristeria indicano di aggiungere qualche decina di millilitri di vino bianco all'olio della macerazione affinchè vadano in soluzione anche quelle componenti della pianta non solubili in olio ma, per la nostra esperienza è una finezza che introduce complicazioni all'operazione perchè poi bisogna eliminare il vino facendo sobbollire a bagno maria l'olio senza apprezzabili benefici sui risultati finali.