Quasi certamente molti lettori sullo Zen sanno poco o niente.
Forse solo che è quella strana filosofia che fa affermazioni assurde tipo:
- Il saggio sa ascoltare il suono di un applauso fatto con una mano sola
- La saggezza è come una sfera di fuoco,impossibile entrarvi da nessuna parte
- La saggezza è come un chiaro, fresco stagno, ci si può entrare da ogni parte
Sembrano e sono assurdità logiche ma, le assurdità logiche sono la caratteristica del metodo Zen per raggiungere l'illuminazione che consiste in tutto ciò che segue al saper percepire l'esistente nel totale silenzio mentale.
L'obiettivo da raggiungere è sempre lo stesso, il silenzio interiore, lo zittire la mente parlante che ci racconta il mondo in modo incessante e filtra con i suoi simboli tutto ciò che arriva, falsandolo ed impoverendolo.
Il metodo Zen esplora la strada dell'assurdo per fermare la mente, il metodo yoga esplora la strada delle posizioni impossibili del corpo, il metodo buddista usa l'attenzione al respiro quando cambia direzione sempre per fermare la mente.
Tutti questi metodi sono solo alcuni dei 112 esplorati e descritti nel Vijama Bhairava Tantra un testo che riecheggia lezioni verbali di antichi maestri vecchi di migliaia di anni, di quando gli Ari non avevano ancora invaso il continente indiano e gli Achei non avevano ancora distrutto la cultura micenea.
La mente parlante ci racconta il mondo da sempre, da quando abbiamo imparato a parlare.
Sembra impossibile fermare le parole che ci nascono dentro anche quando stiamo in silenzio ma, per pensare a parole occorre tempo.
Provate a contare quanti secondi sono necessari per pensare in silenzio "a questo bersaglio devo sparargli un metro avanti", ho fatto le prove ed a me servono circa tre secondi.
Quando si spara alla fossa olimpica il tempo che intercorre tra l'uscita del piattello e la sua posizione ormai irraggiungibile è di circa 0,8 secondi quindi non c'è tempo per pensare a niente.
Anzi, se la mente parlante è attiva perchè ha colto una parola dall'esterno o perchè state pensando ai fatti vostri collezionerete uno ZERO perchè sparerete troppo tardi.
La mente consuma risorse, consuma attenzione, se il nostro cervello fosse una CPU la mente parlante si succhierebbe una bella fetta dei cicli di sistema.
Morale della storia, quando si spara non si può pensare.
Non si deve pensare.
Deve essere tutto il corpo da solo e senza parole ad effettuare tutte quelle migliaia di operazioni elementari che vi faranno colpire il bersaglio mezzo secondo dopo che è partito.
Sparare alla fossa è un buon metodo, come il tiro istintivo con l'arco, per sperimentare personalmente che non pensare a parole è possibile, se solo si ha la curiosità di verificarlo.
Se si sperimenta che è possibile in quel mezzo secondo allora diventa ovvio che è possibile sempre, solo che è necessario conoscere il modo giusto per fermare i pensieri a lungo e quando lo si vuole e quei metodi ci sono da migliaia di anni.
Ho notato che tutti i migliori tiratori che ho conosciuto, gente che intercetta 25 piattelli su 25 sempre o quasi, ripetono un loro rito sempre con la stessa sequenza di movimenti e gli stessi tempi.
Il periodo di "meditazione" durante il quale la mente parlante DEVE fermarsi comincia con l'inizio del rito:
- allineare i piedi come al solito;
- caricare il fucile come al solito;
- chiudere il fucile come al solito;
- allineare spalla, guancia ed occhio al calcio ed al mirino, badando che tutte le sensazioni in arrivo siano come al solito, altrimenti si ricomincia il rito;
- abbassare la linea di mira fino ad arrivare un po' sotto o un po' sopra il punto da cui usciranno i piattelli come al solito,
- espirando dire "a" a metà polmoni, come al solito
- intercettare il piattello e sparare in 0,5 secondi,
rompendolo.
Tutto questo rito dura circa 10 secondi, quindi c'é tutto il tempo per poter apprezzare che non si sta pensando a parole perchè se stavate pensando a parole, avete sicuramente mancato il piattello