Gli Ebrei come insieme teorico mi stanno leggermente sulle palle per come si raccontano il mondo, per il fatto di autoconsiderarsi "eletti", per il brutto dio che si sono inventati e che qualcun altro ci ha imposto dopo alcune modifiche ma, tutti gli Ebrei che ho incontrato nella vita erano persone simpatiche che non mi hanno mai arrecato alcun danno.
Di Palestinesi non ne conosco e non ne ho mai conosciuti.
Anche loro mi stanno leggermente sulle palle, sempre come insieme teorico, sempre per come si raccontano il mondo, per la loro cultura, per il loro dio solo appena diverso da quello Ebraico, per come fanno diventare brutte le loro donne che mi ricordano le amiche baffute di mia zia siciliana, che schifavo già 50 anni fa.
Qualche sera fa notavo come a parlare a nome degli Israeliani sia una donna bella e intelligente e come a parlare a nome dei palestini continuino ad essere sempre brutte e barbute facce di omaccioni "meridionali" nell'accezione dispregiativa del termine.
Gli Israeliani, come insieme culturale, sento che mi somigliano MOLTO di più di quanto mi somiglino i Palestini (visti solo da lontano da un meridionale di nascita).
Forse perché gli "Ebrei" hanno vissuto qualche migliaio di anni insieme a "noi" e condividono con noi molte delle nostre "pensate" che sono anche "loro" pensate (vedi Einstein e tanti altri).
Pensate che vanno dalle esperienze delle guerre di Roma alla politica descritta da Macchiavelli, dalla pensata illuminista alle pensate del 68 ed oltre, che i Palestini non hanno mai vissuto.
Le ragioni e le colpe delle guerre in atto viste dall'alto sono da entrambi le parti, è evidente ma, cio' che manca ai palestini è l'intelligenza di riconoscere il più forte e di trarre il massimo dei vantaggi nel trattare con esso.
Se non puoi batterlo fattelo amico, dice un vecchissimo adagio.
Loro, i palestini, anche avessero ragione al 100% (e non ce l'hanno al 100%) sono sciocchi, come gli antichi "uomini d'onore" della nostra terra che non dimenticavano MAI uno "sgarbo" accendendo faide che duravano per generazioni e facendo scorrere fiumi di sangue che non arricchivano la vita di nessuno, come continuano a fare loro, adesso.
Ma sono passati 60 anni, cazzo!
Nel frattempo non sono riusciti a "fare" niente, a costruire niente, ad inventare niente per poter diventare piu' forti dei loro nemici. Non riescono nemmeno a costruire uno "stato", figuriamoci un carro armato o un missile che funzioni davvero. Non ne hanno la cultura, non ne hanno la tecnologia, non ne hanno le possibilità, non le sanno fare queste cose.
Sanno costruirsi coltelli, polvere nera, tubi da stufa e poco altro e continuano a rompere i coglioni a Godzilla, per onore. A me sembrano sciocchi comportamenti tribali.
Se non imparano presto, non dico l'arte del perdono alla maniera cristiana ma, almeno l'arte della guerra, saggezza ben piu' vecchia del cristianesimo e se non la piantano di punzecchiare Israele, faranno una brutta fine.
A mio parere, ovviamente.
Pi
Condivido la sua opinione. Fossero piu' persone che vedono cosi' chiaramente il punto.
@ Vlada Krasojevic - A me sembra di cogliere, oltre le tifoserie che per definizione non sono serene sia da una parte che dall'altra, che la gente stia cominciando a capire che con le "ragioni" non se ne esce.
Di
piton
(inviato il 15/01/2009 @ 13:47:37)
Salve a tutti, Innanzitutto vi porgo i miei complimenti per il blog, di cui apprezzo il taglio dato alle questioni affrontate e le numerose informazioni utili che vi ho trovato(vi sono entrato cercando una tecnica semplice per conciare una pelle). Proprio per questo motivo, espongo il mio dissenso, Piton, per le opinioni espresse in questo scritto, che mi sembrano piuttosto grossolane. La questione andrebbe esaminata in modo più approfondito. Il problema ovviamente non è su chi sia meglio, se gli ebrei o i palestinesi, o su chi abbia commesso più misfatti ed angherie. Bisogna porsi alcune domande di fondo per capire cosa succede in quella terra che si contendono da 60 anni: Chi sono gli ebrei? Cos'è Israele? Che ci fanno lì gli ebrei? Chi sono questi presunti "palestinesi" e che vogliono? Gli ebrei, proprio al pari dei Musulmani, non sono un popolo, un etnia, bensì una "comunità di credenti", che si fonda su una serie di leggi, che determinano in forte maniera i costumi, liturgici e non. Questo è fondamentale da capire, perchè nel Cristianesimo non esiste tutto ciò, o almeno non in egual misura. Nel diritto islamico ed in quello ebraico, derivati entrambi dai libri sacri, vi sono norme su qualsiasi aspetto delle vita quotidiana, facendo si ch il "sacro" ricopra ciò che solitamente, almeno in Europa, è relativo al "profano". L'omogeneità culturale che ne deriva farebbe pensare agli ebrei come ad un popolo, ad unità. Tuttavia essa non esiste più da molto, moltissimo tempo perchè gli ebrei, in parte si sono emancipanti da certe restrizioni religiose, in parte hanno assorbito molti costumi ed idee delle popolazioni presso cui risiedevano, come Piton ha
Di
alvar
(inviato il 25/09/2009 @ 17:11:25)
sottolineato. In certi casi si sono realmente integrati nella vita dei paesi che
li hanno ospitati: ad esempio nei paesi con un diritto laico non esistono leggi
speciali per le comunità religiose, quindi un ebreo è giuridicamente pari ad un
gentile. Pensiamo inoltre agli ebrei europei, a quanto sono culturalmente diversi
gli ebrei dell'Europa occidentale da quelli dell'Europa orientale o da quelli
dell'Asia. Nell'Ottocento il sionismo, seguendo l'esempio dei movimenti europei, ha voluto
costruire una mistica nazionale ebraica, concependo una comunità basata su una
fede come un tutto culturalmente omogeneo. Esso fu di fatto un integralismo
religioso come un altro. La dimostrazione di quanto sia stata mendace questa
operazione la si può trovare tra gli ebrei stessi: molti intellettuali orientali
la rifutarono, sostenendo che la causa politica sionista avesse poco a che vedere
con la fede e che in più generasse inutile fanatismo; gli ebrei, sostenevano essi,
dovevano integrarsi nella nuovi stati democratici, lottare a fianco degli
"europei" per ottenere gli stessi diritti. Lo stesso avvenne e avviene tuttoggi in
Asia. A tal proposito andrebbe ricordata una poco nota manifestazione fatta dagli
ebrei di Damasco contro il sionismo nel 1946: questi si sentivano cittadini arabi
a tutti gli effetti e volevano far parte della nuova Siria laica, con gli stessi
diritti e doveri dei mussulmani, dei cristiani e degli atei. Ahimè la storia li ha sconfitti, ed il sionismo ha perseguito il suo fine con
l'appoggio degli stati europei, creando una nazione composta da gente della più
svariata origine: dai ricchi ebrei americani, ai neri Falasha (che i più
intransigenti non crede
Di
alvar
(inviato il 25/09/2009 @ 17:12:23)
vano fossero ebrei) agli ebrei da tutto il mondo arabo,
palestinesi nativi compresi. Israele inoltre si dichiara stato 'democratico' e
'laico', tuttavia i suoi cittadini non hanno tutti gli stessi diritti: i drusi e i
cristiani hanno possibilità in più rispetto ai musulmani sunniti. Il concetto di
democrazia degli israeliani, dunque, è più assimilabile a quello dell'Iran
khomeinista; esso è derivato da una sorta di riformismo religioso, che introduce
alcuni elementi delle ideologie moderne in un quadro completamente ortodosso.
I palestinesi, d'altro canto, sono un vero popolo. Personalmente sostengo che
esista un unico popolo arabo, tuttavia non ignoro le differenze regionali,
accentuatesi con la colonizzazione europea. Il mandato internazione
dell'Inghilterra riunì, dopo molti secoli, in un unica entità territoriale quei
territori che oggi i movimenti politici palestinesi rivendicano. Inoltre fu
proprio l'occupazione, prima inglese poi sionista, a far maturare i movimenti
politici e culturali palestinesi verso l'idea di un nazionalismo locale, nascente
già nell'epoca ottomana. I palestinesi sono cristiani, drusi, musulmani sunniti e sciiti, ebrei, atei ed
altro. Hanno dato vita, fin dall'inizio, a movimenti laici interconfessionali; lo
scopo che si prefiggevano era la costituzione di uno stato libero palestinese e
non uno stato composto da comunità religiose come nell'epoca ottomana. Ahimè molti ebrei in seguito scelsero la causa sionista, cosi come oggi esistono
movimenti interamente composti musulmani, cche perseguono il fine di costituire un stato integralmente fondato sul diritto islamico, cioè sulle esigenze di una
comunità
Di
alvar
(inviato il 25/09/2009 @ 17:13:07)
religiosa. E' da ricordare, tuttavia, che il successo di questi movimenti
è piuttosto recente (metà anni '70) ed è il risultato del clima di sfiducia che si
venne a creare, dovuto al disinteresse mondiale per la causa palestinese, alla
corruzione di molti leader politici, al presunto fallimento dei regimi laici
arabi. Oggi la situazione rimane la stessa, ma ciò non toglie, che esistono
movimenti e partici politici palestinesi laici e interconfessionali.
I nostri media purtroppo ci presentano la situazione in maniera abbastanza
distorta. Inoltre le conoscenze ampiamente diffuse sul mondo arabo sono piuttosto
scarse, considerando che li abbiamo vicinissimi, 'al di là del mare'. E' vero che l'Islam, in generale, è più conservatore rispetto all'Ebraismo ed è
vero anche che esso è anche maggioritario nel mondo arabo e ne ha influenzato la
cultura in maniera forte. Tuttavia la situazione è molto più varia e complessa: dall'Ottocento si è
assistito ad un mutamento antropologico di rilevo nella cultura araba, una
modernizzazione che il rinverdire dell'Islam in questi ultimi anni vorrebbe farci
dimenticare. Ciò vale ancor più per i palestinesi: gli sforzi per difendendere e
mantenere la loro identità culturale sono stati formidabili. Con la diaspora
palestinese si sono formati magnati dell'economia e grandi intellettuali. Vi
invito a documentarvi, in proposito, poichè un po' di materiale in italiano
esiste.Io potuto notare tutto ciò, occupandomi di letteratura araba e palestinese,
in particolare.
Credo dunque sia legittimo il desiderio dei palestinesi di una patria e
l'ostinazione che Piton ha
Di
alvar
(inviato il 25/09/2009 @ 17:14:08)
ha stigmatizzato. Attraverso le ondate migratorie ed
inganni di ogni tipo gli israeliani hanno sottratto la terra ai palestinesi palmo
per palmo, casa per casa. Tutto ciò è ben documentato, specialmente dagli
israeliani, tra i quali molti anziani ne vanno addirittura fieri. Saranno passati pure 60 anni, ma è un buon motivo continuare a vivere nei ghetti
di Gaza e Cisgiordania? Essere alla completamente alla mercè di qualcuno che può
far di te ciò che vuole in qualsiasi momento? E poi ricordiamoci che gli israeliani non è imbattibile per diritto divino: i
libanesi li hanno sconfitti.
Devo inoltre contestare l'idea di un Israele che a saputo svilupparsi a cui
corrisponde l'incapacità palestinese. Bisogna ricordarsi che Israele ha
beneficiato di appoggi non solo di molti ebrei sparsi per il mondo, ma anche della
comunità internazionale. I palestinesi invece sono stati pian piano dimenticati o
ostacolati da tutti, perfino dagli altri stati arabi. Quest'idea spesso si sintetizza con l'immagine del 'giardino fiorito dal deserto'
che Israele avrebbe realizzato: l'ironia ha voluto che questo 'giardino' fosse
realizzato in massima parte da lavoratori palestinesi- come ci racconta Emil
Habibi, scrittore palestinese d'Israele.
Saluti.
Di
alvar
(inviato il 25/09/2009 @ 17:14:37)
ps: ricorda, Piton, che il vecchio adagio che ha riportato è sempre stato tenuto a mente proprio dagli uomini d'onorem di cui parli più avanti
Di
alvaro
(inviato il 25/09/2009 @ 18:09:38)
@ Alvaro - Ho letto con attenzione il tuo lunghissimo commento ed ho imparato dai tuoi scritti alcune cose che non sapevo e che ho inserito nelle molte altre che fanno già parte da tempo delle cose che già so sulla "questione palestinese".
La mia visione riportata nell'articolo è certamente grossolana perchè è una visione dall'alto.
Sono convinto che il microspio non sia lo strumento migliore per riconoscere al volo un elefante e che il perdersi nei dettagli impedisce di cogliere il significato dell'insieme che si cerca di comprendere.
La situazione vista da Marte è quella che ho già descritto nel mio articolo, i dettagli della situazione sono quelli che riporti tu ed anche molti altri.
Purtroppo i dettagli non modificano il significato del quadro generale.
Saluti cordiali e grazie per il tuo intervento.
Di
Piton
(inviato il 25/09/2009 @ 19:13:49)
Spiegazione superlativa di Alvar e, scusami Piton, ci voleva davvero. Con amarezza annoto l'anno in cui fu scritto l'intervento: 2009... siamo nel 2012 e lo stillicidio contro il popolo palestinese continua e continuerà. E' il nuovo olocausto provocato proprio dai perseguitati del passato... macabro e ironico al tempo stesso.Proprio loro che furono massacrati, si sono tramutati in persecutori mentre tutto l'occidente finge di non sapere, si distrae e dimentica, per non intervenire in alcun modo a causa degli interessi economici e logistico-politici. Pietre e polvere di Palestina non interessano a nessuno mentre con Israele ci si guadagna in tanti campi. L'uomo a volte è davvero miserrimo...
Piton hai un sito d'eccellenza e mi ci sto consumando gli occhi a leggerlo... Abbiamo alcune cose in comune come la barca e il mare che ormai per me restano un ricordo e il desiderio (mio) e l'aver ottenuto (tu) una vita respirata a pieno, fra gli ulivi e la terra di Sabina. E' anche il mio sogno, che mi piacerebbe realizzare scegliendo un luogo in cui vivere almeno per alcuni mesi dell'anno proprio in bassa Sabina, dove la terra è abbastanza aspra da coltivare ma dolce da guardare grazie alle sue colline ancora morbide prima di salire verso Rieti. Che emozione godere di quei panorami incredibili!
Splendide le ricette di Tonia (ne ho lette molte)...quindi super complimenti per quello che lasciate qui: delicatezza, cultura, esperienza, sensibilità, frammenti di vita e idee. Grazie davvero, continuerò a leggervi con interesse. :)
Di
alli
(inviato il 08/05/2012 @ 01:54:17)
@ Alli - La Sabina ha il grande pregio di collocarsi ancora tra le regioni poco costose ed il difetto (che può anche diventare un pregio) di essere culturalmente "indietro" di una cinquantina d'anni.
Se non sei ricco e vuoi sperimentare la terra la Sabina fa al caso tuo.
Giusto oggi abbiamo fatto alare l'ultima barca comprata usata ed in tre per suddividere le spese che da soli non possiamo permetterci. Un Doufur 31 piedi, barca vecchia e poco costosa ma, sempre bella per chi ama la vela e con linee d'acqua adatte all'oceano piuttosto che al mediterraneo. Di bolina si appoggia su una fiancata e naviga tranquilla, anche con mare formato, grazie alla sua opera viva con profilo a V che non va più di moda ma, che fa sentire la differenza appena c'è un po' d'onda.
Grazie per il commento colmo di emozioni.
Di
Piton
(inviato il 08/05/2012 @ 15:47:38)
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