Plutarco:
"In Sicilia esiste una città, a nome Engio, piuttosto piccola ma molto antica e famosa per l'apparizione delle Dee che chiamano Madri.
Il tempio che vi sorge si dice sia stato costruito dai Cretesi. Nell'interno si mostravano al visitatore alcune lance ed elmetti di bronzo con inciso il nome di Merione e di Ulisse, ossia Odisseo, che li dedicarono alle Dee."
... molto interessante è il dato relativo alla dedica delle armi, che ci testimonia un accessorio d'obbligo per ogni santuario con buona reputazione: cioè il culto della reliquia antica.
Quante più reliquie preziose possedeva un determinato santuario, tanto più esso era famoso e frequentato e tanto più i suoi sacerdoti si arricchivano per l'afflusso di folle di pellegrini. Esattamente come al giorno d'oggi.
In un tempio a Sparta si mostrava addirittura l'uovo di Leda che, fecondato da Zeus in forma di cigno, aveva incubato Castore e Polluce.
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Nell'Italia greca sono innumerevoli i santuari che vantano fra i propri ex voto reliquie della guerra troiana. Come il tempio di Atena a Metaponto che conservava gli utensili di bronzo con i quali Epeo - eroe fondatore della colonia - avrebbe costruito il celebre cavallo di legno. Ovvero come il santuario di Apollo a Crotone, dove erano custodite le celebri frecce di Eracle con le quali Filottete affrettò la caduta di Troia.
(tratto da "Mare Greco" di Valerio Massimo Manfredi)
Come si può facilmente notare anche l'attuale culto delle reliquie, siano essi prepuzi di Gesù, chiodi o schegge di legno è abitudine che si perde nella notte dei tempi. Cambiano solo gli dei, i santi e gli eroi ma, lo sostanza è identica.
Come diceva Seneca, la religione è falsa per il saggio, vera per la plebe e redditizia per chi ne fa un mestiere.
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