Arrivava al tempio avvolto da un lungo mantello nero percorrendo a grandi passi i pavimenti bianchi e flottanti.
Dopo aver indossato il camice la sua barba risaltava in un violento contrasto con il candore delle nuove vesti.
Una notte che stavo in 'consolle' del Siemens 151 si avvicinò e chiese 30 k.
Fu la lunga notte in cui incontrai l'alieno che mi raccontò di un mondo che non conoscevo.
Citava opere ed autori a me ignoti, percorreva sentieri apparentemente logici e giungeva a conclusioni assurde che non sapevo confutare.
Mentre le stampanti sparavano in aria decine di svolazzanti salti pagina parlava di magia, all'interno del tempio della nuova scienza.
Quella notte seppi che il mio racconto del mondo aveva voragini enormi che dovevo assolutamente colmare.
A questo serve un mago.
Molto tempo dopo, incontrandomi più o meno per caso nei corridoi dei palazzi, mi chiamava ancora infamità ma, con gli occhi ridenti di un affetto antico e mi portava nel suo antro per mostrare qualcosa di importante a qualcuno che sapesse apprezzarla.
Ora vestiva sempre di bianco a testimoniare la sua nuova magia e non portava più quegli alti stivali neri di un tempo.
Oggi lo hanno chiuso dentro una bara crociata e sepolto, dopo litanie viola di chierici e preti avvizziti.
Perdonali Aldo.
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