Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
La secolarizzazione in Europa sembra non conoscere soste.
Nei Paesi del Nord la pratica religiosa è da tempo su livelli bassi (Scandinavia, Regno Unito, Olanda:
minore del 10 per cento), e ciononostante continua lentamente a calare (Germania, Francia);
non resiste neppure la tradizionale tendenza femminile alla religiosità.
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La novità è che ora crolla anche il numero di coloro (non praticanti) che si definiscono “cristiani”.
Nasce dunque spontanea la domanda: l’uomo moderno ha ancora bisogno di Dio e della religione?
Dai dati riportati sembrerebbe di no.
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Perché allora la religiosità organizzata intorno alla funzione domenicale è stata vitale fino a 50 anni fa?
Forse, il mondo era fatto di tanti “piccoli villaggi”,
nei quali le comunità locali già erano costituite prima di entrare in chiesa,
dove “si sapeva tutto di tutti”.
Nella sua analisi, l'osservatore romano trascura un dato fondamentale.
La rete.
Prima della rete ogni comunità guardava solo a quanto succedeva all'interno del suo recinto culturale,
le informazioni e la "verità" venivano dai soliti noti e non c'erano i mezzi culturali per metterla in dubbio.
Oggi i giovani guardano costantemente "oltre il recinto" e il solo fatto di sapere che nel mondo ci sono 2800 divinità e decine di migliaia di religioni, tutte vere, a chi ha un briciolo di spirito critico, appare subito evidente che, quanto raccontato come unico vero cinquanta anni fa, non può essere tale.
La chiamano secolarizzazione ma, è solo informazione diffusa e non ci sono cure per fermarla e tornare ai bei tempi andati.
Dovranno rassegnarsi.
Con la nascita della rete, niente sarà più come prima.
Leggi l'articolo dell'osservatore romano
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